Le mini grid rinnovabili potrebbero portare l’elettricità dove ancora non c’è. Ma servono innovazione tecnologica e soprattutto politiche incentivanti.
Fino a poco tempo fa, le mini grid rinnovabili erano viste come una soluzione temporanea o in grado di garantire alcuni servizi energetici di base a livello di singola abitazione o di piccole comunità. Le innovazioni tecnologiche stanno a poco a poco cambiando questa prospettiva, trasformando le mini reti in un mezzo in grado di soddisfare delle esigenze energetiche molto più grandi, anche a livello industriale e nazionale.
Energia per tutti grazie alle mini grid rinnovabili
Accanto ai circa due miliardi di persone che hanno accesso all’energia in modo stabile, ce ne sono almeno un miliardo che usufruisce di un servizio altalenante e un altro miliardo a cui l’accesso all’elettricità è completamente negato. Per fare in modo che entro il 2030 l’elettricità possa essere accessibile a tutti, il ritmo di espansione dovrebbe raddoppiare e le soluzioni off-grid potrebbero colmare almeno il 60% della generazione aggiuntiva necessaria. In questo senso, le maggiori opportunità vengono dalle fonti rinnovabili, grazie a sistemi off-grid, sia in versione stand-alone sia attraverso sistemi di mini reti. Secondo alcuni stime servirebbero circa 350mila mini grid rinnovabili per garantire l’accesso energetico in Africa entro il 2020.
Due report Irena
Si è discusso delle potenzialità dei sistemi mini grid rinnovabili nel corso della Conferenza biennale internazionale International Off-grid Renewable Energy Conference che si è tenuta a Nairobi, in Kenya lo scorso 1 ottobre, durante la quale Irena, agenzia internazionale per le energie rinnovabili, ha presentato due rapporti focalizzati sulle recenti innovazioni tecnologiche nel campo delle mini reti rinnovabili e sugli approcci politici e normativi che potrebbero ulteriormente incentivarne la diffusione, contribuendo a garantire l’accesso universale all’energia.
Progressi tecnologici nelle mini reti off-grid
Il rapporto “Innovation Outlook: Renewable Mini-grid” di Irena rileva che l’innovazione tecnologica, accompagnata dall’innovazione nei modelli di business e finanza, comporterà una diminuzione del 60% dei costi di produzione di energia elettrica da mini grid rinnovabili nei prossimi 20 anni. Questo renderà le mini reti fortemente competitive rispetto a qualsiasi altro sistema di generazione elettrica nelle aree più problematiche del pianeta.
La riduzione dei costi di produzione dell’elettricità si traduce in un maggiore sviluppo delle mini reti, che a sua volta comporta un aumento della produzione energetica rinnovabile.
“Stiamo assistendo a dei netti miglioramenti nella tecnologia di generazione- spiega Francisco Boshell, Analista del Centro per l’Innovazione e Tecnologia di Irena a Bonn- ma i veri cambiamenti si stanno verificando per le tecnologie di comunicazione, controllo e immagazzinamento dell’energia.”
Batterie litio-aria e Internet delle Cose
Guardando al futuro, le batterie litio-aria sono una delle tecnologie più promettenti per lo stoccaggio energetico, perché hanno dei costi di produzione nettamente inferiore per via di un numero ridotto di componenti. L’US Pacific Northwest National Laboratory ha sviluppato, ad esempio, un nuovo modello di batteria al litio che utilizza l’ossigeno dell’ambiente come catodo di lavoro, con la prospettiva di una riduzione dei costi fino a 70-200 USD per kWh.
Ci sono poi tutte le opportunità, ancora inespresse, dell‘Internet of Things. Si stima che entro il 2030 il numero di dispositivi collegati in tutto il mondo raggiungerà i 100 miliardi e questo potrebbe portare non solo a una maggiore integrazione di rinnovabili variabili, ma anche a nuove possibilità per nuovi modelli di business che possano coinvolgere in modo interattivo i consumatori.
Servono politiche incentivanti
I progressi tecnologici non sono ad ogni modo sufficienti se non vengono affiancati da politiche incentivanti e modifiche a livello legislativo. Nel report Policies and Regulations for Private Sector Mini-grids, Irena descrive il modo in cui alcune misure normative, divise in tre categorie (primaria, secondaria e terziaria), potrebbero aumentare l’adozione delle mini grid rinnovabili.
Le misure primarie, quelle relative direttamente ai quadri energetici nazionali, comprendono le politiche per il settore dell’elettricità, i piani di elettrificazione rurale e il sostegno finanziario diretto alle mini-rete. Il rapporto evidenzia gli sforzi del Ruanda e della Tanzania, paesi che stanno cercando di investire in modelli energetici basati su sistemi mini-grid rinnovabili.
Finanziare i progetti di mini grid rinnovabili
Accanto all’impegno governativo nell’investire in un preciso modello energetico servirebbero una serie di misure secondarie ma non trascurabili, relative ad esempio alle valutazioni ambientali o ai sistemi di autorizzazione, a cui andrebbe poi affiancato un sistema di incentivi privati. Concedere finanziamenti ad hoc destinati agli operatori di mini reti o direttamente agli utenti finali è l’unico modo per favorire un maggiore sviluppo di progetti. Irena fa l’esempio del Nepal e dell’India dove una maggiore accesso al credito potrebbe essere un volano per l’implementazione di nuovi sistemi di mini reti che potrebbero garantire l’accesso all’elettricità in molte aree.
Erika Seghetti -green.it
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