Lo ha detto il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani in audizione in Commissione Istruzione pubblica, Beni culturali al Senato sull’impatto dei cambiamenti climatici sui beni culturali e sul paesaggio. E non ha tutti i torti il Ministro nel sensibilizzare in ogni occasione l’opinione pubblica e le istituzioni, affinchè vengano presi provvedimenti e vengano rispettati i protocolli quali il Green New Deal.
Fu attaccato dalle opposizioni e da una certa opinione pubblica impreparata sulla materia, anche quando affermò che bisognava cambiare le nostre abitudini di alimentazione, riducendo di molto il consumo di carne; qualcuno invocò l’invasione di campo da parte del ministro, questo qualcuno non sa che una delle cause principali di emissioni di CO2 e quindi una delle principali cause del surriscaldamento sono gli allevamenti per la produzione di massa della carne che va sulle nostre tavole. Ora viene attaccato ed accusato di terrorismo, ma lui è un tecnico e come tale è abituato a studiare e ad analizzare i dati. Il cambiamento climatico va contrastato non con le bandiere e le etichette di partito o di corrente politica, va contrastato con decisioni prese sulla base di studi tecnici e noi di Italy Carbon Free sotto questo aspetto siamo molto vicini al Ministro, per un approccio verso queste tematiche che deve superare ogni collegamento politico. Non far installare impianti fotovoltaici sulle case degli Italiani, bloccando una misura come il Superbonus, per difendere una parte politica che per altre ragioni ha legittimamente fatto di una propria bandiera la lotta e l’ostracismo ad ogni forma di condono, significherebbe si difendere un ideale anche nobile, la lotta all’abusivismo, ma significherebbe anche rallentare il processo di transizione energetica, che deve essere calato in modo protagonista nel processo globale di transizione ecologica.
Ed a proposito di dati, di studi, che sicuramente sono noti al Ministro e poco noti a chi lo critica solo per spirito di parte, esponiamo di seguito alcuni dati estrapolati da varie ricerche, che non hanno intenti di creare terrorismi, ma solo mettere al corrente chi pensa che questa materia possa essere ancora trattata a secondo se si è seduti da una parte o l’altra della disputa politica, noi come associazione abbiamo la mission di comunicare, parlare e diffondere il verbo della transizione ecologica, saremo sempre amici di chi fa ogni cosa per accelerare la transizione, saremo acerrimi nemici di chi vuole usare la transizione ecologica ad uso e consumo di scopo personali e/o politici
Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, la temperatura media globale dal 2016 al 2020 ha rappresentato il quinquennio più caldo mai registrato, di circa 1,1°C superiore al 1850-1900 (il periodo base per le variazioni di temperatura relativo alla rivoluzione industriale), ed è superiore a quella del 2011- 2015. La National Aeronautics and Space Administration (NASA) prevede che entro il 2100 la temperatura globale aumenterà di circa 1,4-5,8 °C e il clima globale subirà enormi cambiamenti mai visti negli ultimi 10mila anni.
Il cambiamento climatico è strettamente correlato alla società umana come l’aumento della frequenza, dell’intensità e della durata di eventi meteorologici estremi come inondazioni, siccità, cicloni e ondate di calore. Il Global Risk Report 2020 emesso dal World Economic Forum ha sottolineato che le questioni ambientali come eventi climatici estremi, mancata risposta ai relativi problemi, e disastri naturali sono considerati ad alto rischio con alte probabilità di accadimento e maggiori d’impatto.
Al fine di rispondere attivamente alla crisi climatica e raggiungere uno sviluppo sostenibile e per aiutare la gente a comprendere appieno l’impatto socioeconomico dei futuri aumenti della temperatura, gli scienziati stanno svolgendo un grande lavoro di ricerca. Queste evidenze teoriche ed empiriche sono di grande importanza per l’implementazione di strategie adattative in maniera da allocare le risorse per difendere la sicurezza pubblica dalle calamità naturali.
Il normale metabolismo del corpo umano richiede una temperatura corporea costante tra 36~37°C. Quando il corpo umano è esposto per lungo tempo in un ambiente ad alta temperatura, la funzione metabolica del corpo diminuisce: l’apporto di sangue al sistema nervoso centrale diminuisce con l’espansione dei vasi sanguigni della pelle, il volume effettivo di fluido circolante nei vasi sanguigni ai assottiglia con l’aumento di perdita idrica e la temperatura corporea interna aumenta gradualmente.
Quando la temperatura del corpo umano supera i 39° C, non solo è segnale di qualche patologia in corso, ma essa temperatura può causare malattie legate al calore come esaurimento, crampi da calore e colpi di calore. Con la perdita idrica, l’acqua e gli elettroliti del corpo possono scoordinarsi; la viscosità del sangue e i livelli di colesterolo aumentare; i vasi sanguigni dilatarsi; la circolazione sanguigna accelerare; i sistemi cardiaco e polmonare sovraccaricarsi, il che a sua volta induce eventi cardiovascolari (come infarto e ictus), aumentando le probabilità di morte.
Vale la pena notare che ci sono anche differenze significative negli impatti in merito alle patologie da caldo su diversi gruppi di persone. Gli anziani, i bambini e i lavoratori all’aperto sono più vulnerabili alle malattie correlate e agli infortuni accidentali, rispetto al resto della popolazione.
Nelle giornate ad alta temperatura, è più probabile che soffrano maggiormente le persone anziane con ridotta funzionalità fisica, cattive condizioni di salute o patologie croniche. Per l’impatto delle malattie legate al calore come ictus, malattie renali e respiratorie, il rischio di morte è del 10,4% superiore a quello dei giorni a clima temperato. Considerando l’accelerazione dell’invecchiamento della popolazione, i rischi per la salute portati dai cambiamenti climatici in futuro potrebbero essere più gravi in forma geometrico-sequenziale.
L’aumento dell’esposizione al caldo causato dai cambiamenti climatici può anche danneggiare la salute dei nascituri. Da un lato, il caldo può portare direttamente a un parto più rapido, una gravidanza abbreviata e un peso alla nascita inferiore.
Un articolo pubblicato nel 2020 da Alan Barreca e Jessamyn Schaller su «Nature Climate Change» ha esaminato più di 56 milioni di nascite in varie contee degli Usa tra il 1969 e il 1988. I risultati dello studio hanno mostrato che nei giorni in cui la temperatura massima superava i 32,2°C, il tasso di natalità era aumentato del 5%, il numero di giorni di gravidanza diminuiti in media di 6,1 giorni e alcuni parti si sono avuti anche due settimane prima.
Un contributo pubblicato nel 2009 da Oliver Deschenes, Michael Greenstone e Jonathan Guryan, su «American Economic Review» ha rilevato che il clima caldo sperimentato durante la gravidanza (specialmente nel secondo e terzo trimestre) aveva un preoccupante impatto negativo sul peso alla nascita del bambino. Gli autori prevedevano che entro la fine del XXI secolo il peso medio alla nascita dei bambini bianchi diminuirà dello 0,22% (7,5 grammi) e il peso medio alla nascita dei bambini neri diminuirà dello 0,36% (11,5 grammi).
D’altra parte, le alte temperature influenzeranno il potenziale di resa delle principali colture, minacceranno la sicurezza alimentare e faranno aumentare i prezzi degli alimenti, influenzando così indirettamente problemi di salute come nutrizione (consideriamo anche la ovvia diminuzione dell’acqua a disposizione sul pianeta), immunità e nascita di neonati e crescita di bambini piccoli.
La salute è uno degli elementi importanti del capitale umano. Molti risultati della ricerca confermano che l’esposizione alle alte temperature durante il periodo fetale ha un impatto negativo notevole sulle capacità cognitive di un individuo e sull’accumulo di capitale umano a lungo termine. Il «Journal of Environmental Economics and Management» ha edito un saggio di Ram Fishman, Paul Carrillo e Jason Russ nel 2019, basato su un gruppo di dipendenti di un dipartimento d’istruzione ecuadoriano nati tra il 1950 e il 1980. La temperatura ha un impatto negativo sul livello di istruzione e reddito in età adulta: per ogni aumento di 1 °C della temperatura media mensile durante la gravidanza, la probabilità che una persona riceva un’istruzione secondaria diminuirà dello 0,2% e il livello di dopo l’età adulta diminuirà dello 0,7%, tra queste le donne sono più colpite (0,86% contro lo 0,59% degli uomini).
Infine, l’alta temperatura avrà un grande impatto pure sulla produttività dei lavoratori. Quando il corpo umano è esposto a un ambiente ad alta temperatura, l’aumento della temperatura interna del corpo stimolerà il centro nervoso, portando a affaticamento autoprotettivo, diminuzione di forza e resistenza muscolare, riducendo così l’efficienza produttiva.
Un articolo pubblicato nel 2018 da Peng Zhang, Olivier Deschenes, Kyle Meng, Junjie Zhang nel «Journal of Environmental Economics and Management» ha utilizzato i dati di produzione dettagliati di 500mila lavoratori dal 1998 al 2007 e ha adottato il modello a effetti fissi dei dati per studiare l’effetto della temperatura sul fattore totale di produttività del livello aziendale (TFP) e l’influenza del fattore di input e output. Si dimostra che l’efficienza produttiva delle imprese sia ad alta intensità di lavoro che ad elevato investimento di capitale manifesta sensibilità alle alte temperature: rispetto ad uno standard di 10-15,6 °C, quando la temperatura massima del giorno supera i 32,2 °C, la TFP sarà ridotta dello 0,56%.
Ecco perchè il Ministro Cingolani ha ragione………. noi speriamo che ce la caviamo.
Salvatore De Martino
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