La Direttiva EPBD è stata recentemente approvata dal Parlamento Europeo e stabilisce alcuni principi chiave per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, sia residenziali che commerciali. È importante sottolineare che, rispetto alla proposta iniziale, la versione finale risulta meno stringente, il che rappresenta un passo avanti positivo. E’ la prima valutazione dell’Avvocato Monopoli.
Le sfide non sono poche. Innanzitutto, dal 2025 saranno vietate le caldaie a combustibili fossili ed incentivate quelle ibride. Inoltre, entro il 2030 l’Italia dovrà ridurre i consumi energetici degli edifici del 16%, con un obiettivo ancora più ambizioso del 20-22% per il 2035.
Gli edifici pubblici di nuova costruzione dovranno essere a zero emissioni di combustibili fossili già dal 2028, mentre, per tutte le altre tipologie di edifici la scadenza è il 2030. Entro il 2025, ogni Paese dovrà presentare un Piano nazionale di ristrutturazione per definire le strategie di intervento.
Insomma sfide impegnative, ribadisce il Presidente; la nostra associazione (Italy Carbon Free aps) accoglie con favore la Direttiva EPBD, vedendola come un’opportunità per migliorare l’efficienza energetica del patrimonio edilizio italiano. Tuttavia, è fondamentale un piano d’azione graduale e realistico per raggiungere gli obiettivi prefissati. In questo senso, saremmo lieti di offrire la nostra collaborazione alle Istituzioni, mettendo a disposizione l’esperienza di 4 anni di lavoro.
Apprezziamo con favore il fatto che la Direttiva lasci libertà agli Stati nella scelta delle modalità per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica. Riteniamo che un mix di interventi differenti, adattati alle diverse esigenze degli edifici, sia più efficace rispetto al semplice “doppio salto di classe energetica” che abbiamo utilizzato, ad esempio, con il superbonus.
La Direttiva richiede di intervenire prioritariamente sugli edifici energivori, stimati in circa 13,4 milioni di unità abitative in Italia. Purtroppo, mancano dati precisi sul loro stato, rendendo difficile definire una scala di priorità degli interventi e dal 2040 saranno vietati gli impianti a combustibili fossili, a favore di quelli ibridi. È necessario, quindi, un piano per la loro sostituzione graduale, considerando anche il ruolo di fonti alternative come l’idrogeno verde.
E circa il finanziamento degli interventi il Presidente di Italy Carbon Free auspica un piano finanziario solido per sostenere le ristrutturazioni. L’Associazione propone strumenti più evoluti rispetto alle semplici detrazioni fiscali, mentre la Direttiva indica misure di finanziamento generiche, che l’Italia dovrà declinare in modo concreto.
In conclusione, dall’Avvocato Caterina Monopoli, quale Presidente di un’Associazione di promozione sociale, non poteva mancare una considerazione sull’impatto sociale di questi interventi; si stima, infatti, che quasi 12 milioni di alloggi potrebbero essere interessati dalle ristrutturazioni. È fondamentale considerare gli impatti sociali ed economici di tali interventi, tutelando le fasce più deboli della popolazione. È altresì essenziale abbinare gli interventi di efficientamento energetico a verifiche di staticità e sicurezza antisismica, soprattutto per gli edifici più vecchi. La sicurezza non può essere messa in secondo piano.
Commenti recenti