I sistemi di accumulo fotovoltaico offrono preziose opportunità tanto per gli utenti che per la rete elettrica: vediamo come.
I radicali cambiamenti della rete elettrica tradizionale dovuti alla crescita delle energie rinnovabili impongono l’adozione di nuovi modelli e paradigmi per permettere all’infrastruttura di svolgere adeguatamente i propri compiti senza richiedere ingenti investimenti per la sua modernizzazione.
Le difficoltà della rete vanno ricondotte principalmente alla variabilità della domanda durante il giorno, a possibili guasti alla rete di trasmissione o a impianti di produzione e al comparto fotovoltaico e a quello eolico, per via del loro output intrinsecamente imprevedibile e irregolare. Ciascuno di questi fattori può provocare sbilanciamenti della frequenza di rete, con conseguenti problemi di stabilità, che nel caso più estremo possono portare al blackout. D’altra parte, con sole o vento intensi, l’energia prodotta può superare la domanda con conseguente spreco di parte della produzione.
Nel corso degli anni sono state sviluppate diverse soluzioni: ciascuna grande centrale di produzione deve contribuire alla stabilità della rete, insieme agli impianti idroelettrici a serbatoio e ai carichi elettrici cosiddetti interrompibili. Queste soluzioni, oltre che costose, non sono tuttavia più sufficienti a compensare l’elevata percentuale di potenza solare ed eolica presente nel sistema.
Proprio per questo, più recentemente è stata presentata un’opzione che coinvolge le piccole centrali di produzione, compresi i sistemi fotovoltaici con accumulo residenziale. Nel 2017, ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha avviato una sperimentazione, allargando il Mercato dei Servizi di Dispacciamento a nuove risorse: ciò significa che sono stati indicati nuovi possibili soggetti come Balancing Service Provider (BSP) che possono accedere alla remunerazione per la fornitura di questi cosiddetti ‘servizi ancillari’, ovvero quelle operazioni utili al bilanciamento della rete elettrica in caso di necessità.
In particolare, ARERA si è concentrata sullo sviluppo della UVAM, le Unità Virtuali Aggregate Miste: l’operatore di rete può interagire con un elevato nuove di soggetti sul mercato che assolvono a funzioni di risoluzione di congestioni, riserva terziaria rotante e di sostituzione, e bilanciamento.
Le abitazioni dotate di sistemi di accumulo fotovoltaico possono essere collegate in rete e costituire un’unica centrale elettrica virtuale, con le batterie di storage che fungono da riserva terziaria in grado di:
- Immettere l’energia accumulata in caso di guasti alle centrali o altre forme di interruzioni della distribuzione;
- Immagazzinare temporaneamente il surplus energetico prodotto dalle centrali eoliche e fotovoltaiche.
Grazie all’intervento di stabilizzazione dei sistemi di accumulo organizzati in una UVAM, la rete tradizionale ha modo di superare la criticità senza causare disservizi.
Tra i suoi progetti pilota in questa direzione, ARERA ha creato in Lombardia una UVAM proprio composta da utenze con impianti fotovoltaici con accumulo: hanno così affiancato alle loro pratiche di autoproduzione e consumo di energia il compito di stabilizzazione della rete, rivelandosi un modello di aggregazione dalle grandi potenzialità.
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